il concetto di sincronicità e inconscio collettivo

L'inconscio collettivo  e il concetto di campi morfici

CAMPI MORFICI DI RUPERT SCHELDRAKE


I campi morfici ripropongono il concetto di sincronicità e inconscio collettivo. Secondo Sheldrake sono campi di energia localizzati dentro e intorno i sistemi che organizzano e hanno una memoria collettiva.

La risonanza morfica è il fenomeno per cui i singoli componenti del sistema entrano in relazione con il campo morfico: il cervello sarebbe comparabile a un organo di connessione con la banca dati del campo.

Rupert Sheldrake è un biologo inglese, ricercatore della Royal Accademy, per 5 anni ha fatto ricerche sul comportamento degli animali domestici che "prevedono" il ritorno a casa dei loro padroni.

Ha monitorato (con videocamere) centinaia di questi animali modificando tragitti, orari, mezzi di locomozione dei padroni al ritorno a casa e ha verificato la veridicità di questi comportamenti. Alcuni animali domestici, quando sono in risonanza con il loro padrone "sentono " quando sta per rientrare anche se in orari diversi o con modalità diverse.

Si è spiegato questi comportamenti con l'esistenza di campi di energia che si creano intorno a gruppi di esseri viventi e che vanno al di là del tempo e dello spazio e hanno una memoria collettiva.

Lo studioso avanza l'ipotesi che i "campi ricordi" non siano memorie registrate nel corpo umano, ma piuttosto che siano campi di informazioni ai quali si ha accesso mediante il cervello.

Secondo Sheldrake, la natura evolve attraverso un processo collettivo di acquisizione, delle volte improvviso, invece che sulla base di mutazioni fortuite e molto lente.

Si è domandato perché quando c'è un record sportivo poco dopo si produce un altro record in un'altra parte del mondo. Come mai spesso le stesse scoperte scientifiche vengono fatte da persone anche se non sono in contatto?

La sua ipotesi è che l'apprendimento non è solo a livello dell'individuo ma anche a quello della specie: un esempio che viene proposto riguarda alcune scimmie di un isola del pacifico del che hanno cominciato a lavare le patate dolci prima di mangiarle e poco tempo dopo in un'altra isola altre scimmie della stessa specie (che non sanno nuotare) hanno riprodotto lo stesso comportamento.

Negli esseri viventi che hanno affinità tra loro tali da creare un sistema, le informazioni si manifestano al di là del tempo e dello spazio. La sua teoria suggerisce che i campi di risonanza morfica per gli esseri umani ma anche per le altre creature evolute nell'universo, non contiene solo i piani genetico-biologici dei corpi fisici ma anche la loro natura psichica. I nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre sensazioni sarebbero collettivamente influenzati.

Esisterebbe una memoria collettiva propria a ogni specie biologica alla quale, in certe occasioni, ogni membro attinge in modo globalmente sincronico. Secondo Scheldrake questa memoria, enorme campo di informazioni, non si troverebbe nel cervello ma in una zona comparabile all'inconscio collettivo definito da Jung.

Il meccanismo di risonanza morfica sarebbe dunque una trasmissione non localizzata di informazioni da un punto all'altro dello spazio-tempo. Simile al campo quantico ma caratterizzante particolarmente i sistemi biologici e l'elemento psichico che gli è associato. In questa complessità crescente, i campi morfogenetici conterrebbero una memoria acquisita grazie a un processo di risonanza morfica, componente la memoria collettiva di ogni specie.

Dunque il cervello non sarebbe un organo di stoccaggio/immagazzinamento, ma un organo che permette il collegamento con la banca dati del campo morfogenetico nel quale sono presenti passato, presente e futuro.

Rupert Scheldrake, Les pouvoirs inespliqués des animaux, Édition du Rocher, 2001


Pubblicato il 17 febbraio 2017 da Maura Saita Ravizza 


Campo morfogenetico.mpg www.asdvitapiu.org





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